COM.MA – Community Marketing | La rete nella rete: perchè gli omosessuali sono early adopters del networking?

La rete nella rete: perchè gli omosessuali sono early adopters del networking?

Internet -oramai si sà- ha modificato profondamente la nostra percezione della realtà. Oggi la domanda “quanti amici hai?” significa quanti contatti sono presenti nel nostro network di Facebook, non “con chi vai a mangiare la pizza il sabato sera?” :-).

In sostanza internet, data la sua quasi gratuità e pervasività, ci ha dato la possibilità di travalicare limiti fisici, temporali, e anche sociali, se vogliamo, per stabilire una relazione ponteziale con infiniti individui, invece dei 30 o 50 o 100 delle vite pre-internet.

Fantastico, un sogno….Importa qualcosa se sto ancora aspettando un invito per la pizza il sabato sera anche se su FB ho 156 amici 😀 ?

Ma ogni relazione, anche la più futile, ha un denominatore, ovvero la base sulla quale essa è costituita. Su FB per esempio la base è sufficiente “conosco te o qualcuno che ti conosce”. Su myspace, che l’anno scorso era “il social network”, ora sembra già vecchio, il motivo è spesso artistico (fare musica, fare la modella) o simili. Anche il denominatore sessuale o amoroso è -ovviamente- uno straordinario catalizzatore, ed infatti è stato il motore dei primi social network volti alla ricerca dell’anima gemella (meetic, be2, e loro antenati, quando ancora non si usava l’etichetta “social network”).

Tutti questi strumenti sono utili complementi a vite che comunque non hanno ostacoli di sorta anche ad una socializzazione off line.

Ma pensiamo invece alla condizione omosessuale. Gli omosessuali sono tra il 5 ed il 10% della popolazione. Questo già significa che statisticamente hanno da 1/10 ad 1/20 di probabilità rispetto ad un eterossesuale di conoscere o incontrare un altro omosessuale.

Inoltre: in moltissimi luoghi geografici o sociali sussistono difficoltà nel dichiararsi e nell’accettare l’omosessualità; ecco un’altro ulteriore ostacolo alla socializzazione basata sull’identità sessuale.

Questi problemi, prima di internet e dei telefonini, davano come output la costituzione di luoghi deputati all’incontro tra omosessuali.

Prima bar, poi divenuti spesso circoli Arcigay, e una serie di locali più o meno ghettizzanti, dalla dark room alla sauna, fino ad alcuni parchi o piazze , o le più comuni discoteche, ai pride, ma sempre con un comune denominatore: il legame con la realtà cittadina, provinciale o regionale, e con circuiti “fisici”.

Voglio dire che se per gli eterosessuali internet ha rappresentato una liberazione da molto punti di vista, per gli omosessuali lo è stato ancora di più.

Ha permesso per esempio di fare conoscenze in rete nelle community dedicate (come ad esempio www.me2.it, la più grande in Italia) e non aver bisogno di conseguenza dei bar o dei circoli (pur restando liberi di andarci)

Ha permesso di prendere coscienza, di sfogarsi, di condividere i propri dubbi, di rassicurarsi, di informarsi con media gay, come www.gay.it, il più conosciuto (che proprio per i costi limitati di internet possono raggiungere milioni di persone senza gli investimenti necessari per un quotidiano o un magazine).

Ha permesso di esprimere una sub-cultura (nel senso antropologico) aperta anche agli eterosessuale, in quanto la relazione virtuale gode di maggior apertura e libertà, essendo anonima e non vincolata a presenza fisica (posso sostenere una causa “gay” anche se non vado ad un pride scrivendo una mail, un post, firmando una petizione on line ecc ecc)

Ecco perchè gli omosessuali, secondo l’Eurisko, navigano in internet il 67% del tempo in più rispetto alla media italiana.

Ec ecco perchè posseggono il doppio dei telefonini abilitati alla navigazione internet, oltre ad acquistare di più on line e a usare moltissimo conti bancari on line e strumenti di finanza virtuale…..

E nonostante ciò, il sabato vanno a mangiare tutti insieme… forse non la pizza, ma il  sushi  😀

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