Quanto vale il matrimonio gay in Italia?

Mentre la Francia è sull’orlo di una crisi di nervi dopo la recente introduzione dei matrimonio omosessuali da parte del governo Hollande, ed in Italia le parti politiche rovesciano il gioco della parti con (una parte de) la destra che “non vede nulla di male” nelle unioni gay, e (una parte de) la sinistra che paradossalmente frena, scopriamo che a New York nel corso del primo anno di legalizzazione del “same sex marriage” sono stati celebrati circa 9000 matrimoni gay con un indotto aggiuntivo per la città calcolato in 260 milioni di dollari. Ristoranti, lista nozze, amici e parenti che giungono per la grande occasione, festeggiamenti: i diritti civili possono andare di pari passo col business? sicuramente si, con una spesa media di quasi 30000 $ per coppia.

E in Italia? Le esangui casse pubbliche e private che benefici trarrebbero dalla legalizzazione del matrimonio gay? Cifre sono difficili da dare, ma un’idea possiamo farcela.

Pensiamo all’appeal che città come Venezia (circa 20 milioni di turisti stimati ogni anno) Firenze e Roma (12 milioni ciascuna) hanno già per i matrimoni eterosessuali, e che negli ultimi anni hanno visto un escalation di incredibili party da mille e una notte da parte di ricchissimi asiatici. Ma pensiamo anche a minuscoli e splendidi borghi di ogni parte d’Italia, noti e meno noti, da nord a sud, che forse beneficerebbero ancora di più del turismo matrimoniale LGBT, grazie a contesti più intimi e a misura d’uomo, ricchi di storia, arte e offerta pesaggistica e gastronomica con pochissimi uguali nel mondo.

Senza azzardare cifre sembra sensato pensare ad almeno 1-2 miliardi di indotto diretto.

Senza contare quello indiretto, legato cioè al “posizionamento” del brand italia su una direttrice di maggiore tolleranza e apertura, e perciò in grado di attrarre ulteriori target potenziali.