COM.MA – Community Marketing | Credit Suisse: investire in azioni gay friendly

Credit Suisse: investire in azioni gay friendly

(Da Corriere Economia)

A quasi un anno dalla data in cui la Corte suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i matrimoni gay contratti in Usa hanno valore legale in tutti gli stati americani, anche la finanza comincia ad adeguarsi proponendo nuovi prodotti per avvicinare la comunità gay.

Il LGBT equality index, che racchiude 200 società Usa classificate in base al sostegno delle diversità e della promozione della parità tra lavoratori omosessuali, diviene lo strumento per includere o meno stock di azioni negli investimenti proposti.

Secondo il Financial Times, sono le stesse banche a mostrare un crescente interesse delle opportunità di business indirizzate a questo tipo di clientela. Da qui nasce l’idea dei portafogli gay friendly (offerti da Credit Suisse e da altri asset manager globali) che in America hanno dato la possibilità di investire su un pacchetto di 26 società valutate in base alle loro LGBT policy. Progetti del genere sono stati attivati anche da Bank of America e Wells Fargo, ma non mancano critiche “etiche” sull’operazione. «Ai clienti non piace essere classificati — ha sottolineato l’FT — anche se le cose stanno pian piano cambiando».

GAY MARKET – Quel che è certo è che molti brand stanno spendendo fior di quattrini per coltivare una relazione con il mercato LGBT . Nel 1998 la capacità di acquisto della comunità LGBT era pari a 560 miliardi di dollari mentre oggi solo negli Stati Uniti arriva a oltre 800 miliardi. Non è un caso se colossi come Ikea, Pepsi e Absolut Vodka stiano inseguendo il gay market. In Italia si temporeggia sia da un lato (marketing) sia dall’altro (finanza). I clienti italiani che volessero investire in Etf gay friendly dovrebbero rivolgersi al mercato americano. «È probabile che per ora vengano lanciati solo sugli Usa — ha spiegato un’analisi di Altroconsumo Finanza — con relative penalizzazioni in termini fiscali per un investitore italiano: per una parte dei guadagni si paga in base alla propria aliquota Irpef e si deve fare la dichiarazione dei redditi. Inoltre, si vocifera di commissioni di gestioni elevate».

Lascia un commento

Il tuo feedback è importante per noi. La tua e-mail resterò privata.