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Il Corriere della Sera – economia sul gay marketing

Nel 2006 ha avuto un giro d’affari di quasi 650 mila euro ed era ancora in perdita. Ma nel 2007 Gay.it spa, la società che edita il più grande portale italiano dedicato agli omosessuali, per la prima volta è andata in leggero attivo (bilancio non ancora depositato). Con 500 mila contatti al mese e 20 milioni di pagine viste, Gay.it è la capofila di un gruppo economico che sta crescendo dentro al movimento omosessuale.

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Corriere Economia, 11 marzo 2008

CON GAY.IT LA PUBBLICITA’ ENTRA DAL PORTALE

Nel 2006 ha avuto un giro d’affari di quasi 650 mila euro ed era ancora in perdita. Ma nel 2007 Gay.it spa, la società che edita il più grande portale italiano dedicato agli omosessuali, per la prima volta è andata in leggero attivo (bilancio non ancora depositato). Con 500 mila contatti al mese e 20 milioni di pagine viste, Gay.it è la capofila di un gruppo economico che sta crescendo dentro al movimento omosessuale. Gli imprenditori sono Alessio De Giorgi, 38 anni, e Christian Pierre Panicucci, 42 anni, con il 21,99% ciascuno; più Davide Buselli, 34 anni, con l’11%. La quota singola più alta (25,33%) è nelle mani di Nadine Corporation Limited, un investitore legato a Gay Tv. Partecipa, infine, al capitale con una quota del 19,67% Planet out, società americana quotata al Nasdaq ed editrice di Gay.com e di riviste gay.

«Siamo nati nel ’96 come sito Internet amatoriale, avevamo visto che sulla Rete non c’era niente che riguardasse il mondo omosessuale italiano — racconta Alessio De Giorgi —. Poi abbiamo incontrato il gruppo Matrix di Paolo Ainio, che è diventato nostro partner e ci ha dato 2 miliardi di vecchie lire per ricapitalizzare. Era il 2000. Poi Telecom dismise molte partecipazioni e Matrix uscì dal nostro capitale».

Accanto a Gay.it sono nate altre iniziative. Fanno capo al gruppo guidato da De Giorgi, Gesticom, che gestisce locali notturni in Toscana (l’attività è seguita da Panicucci) e il tour operator Out travel, principale riferimento per il turismo gay. Ancora, c’è Commonline.it, società di comunicazione e pubblicità e, soprattutto, Clubbing srl, la società che pubblica in 25 mila copie Clubbing, la rivista mensile free press distribuita in un’ottantina di locali gay friendly in Italia.

Un altro degli imprenditori che sta crescendo nell’economia gay è Andrea Bergamini, editore di Playground, opere a tematica omosessuale. E anche l’Arcigay, con la rete di locali, bar, saune, discoteche, genera attività.

Internet è lo strumento principale della comunità omosessuale. Ed è anche quello sul quale per le aziende è più facile fare pubblicità. «Mentre sulle riviste troviamo con difficoltà inserzionisti — dice De Giorgi — su Internet non manca nessuno dei grandi. Quest’anno abbiamo fatto un tour nei locali gay con Coca Cola, lo ripeteremo la prossima estate. Abbiamo anche importanti aziende italiane, mancano banche e assicurazioni».

Un investitore di Gay.it è Ikea. «Per noi, oltre al target, è importante che il mezzo su cui investiamo abbia i numeri — dicono in Ikea Italia — e Gay.it li ha». I rapporti di Ikea con la comunità omosessuale, pur non essendo privilegiati, sono molto buoni. Poche settimane fa, l’Ikea di Bari nel corso di una «notte bianca» ha ospitato un banchetto dell’Arcigay, «un successo». E a Bologna, un paio d’anni fa, dentro il negozio furono simulate case diverse, tra cui quelle di una coppia gay e di una coppia lesbica. «Gli abitanti potevano invitare gli amici. Una delle coppie ci ha fatto la festa di anniversario».

 

 

 

 

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