COM.MA – Community Marketing | Le primarie del centro-sinistra: un paradigma di gay marketing.

Le primarie del centro-sinistra: un paradigma di gay marketing.

L’affermazione per cui la politica é marketing non scandalizza piú nessuno.
Ma se la politica fosse diventata gay marketing?

L’importanza della componente lgbt nelle elezioni non é certo stata scoperta oggi: da quando si adottano strumenti di marketing e di statistica nell’attivitá politica la componente omosessuale é riconosciuta nella sua consistenza e rilevanza numerica.

Ma mai come in questo 2012 é stata al centro del marketing politico, con un ruolo che va oltre il mero pallottoliere elettorale.

Iniziando dalla culla del gay marketing, e anche del marketing politico (gli USA)
è d’uopo ricordare come anche anche nelle precedenti elezioni, Barack Obama sia stato sicuramente il candidato preferito dalla comunitá omosessuale americana per i motivi che tutti conoscono.
Anzi, nel 2008, quando la gravitá della crisi economica poteva ancora essere considerata piú una temibile prospettiva che la dura realtá dei fatti, la candidatura di Obama pareva una irresistibile epopea che avrebbe reso il mondo una terra promessa dei diritti civili in cui vi sarebbe stato spazio per ogni rivendicazione minoritaria, liberal e progressista, a colpi di “YES WE CAN”.

Sta di fatto che nel 2008 Obama vinse le elezioni in modo talmente netto che la componente gay – per quanto sia lecito fare delle astrazioni in questo senso- non fu, probabilmente, cosí determinante com’é avvenuto nel 2012.

Secondo una ricerca Gallup, infatti, alle elezioni 2012, 3 elettori omosessuali su 4 avrebbero votato Obama, mentre gli elettori eterosessuali si sarebbero divisi equamente.

Non é quindi un azzardo dire che Obama ha vinto le elezioni 2012 grazie al voto gay, almeno secondo Gallup.

Curiosamente, la stessa Gallup, appena qualche mese prima, a maggio 2012, aveva rilevato come lo schierarsi a favore dei matrimoni omosessuali, avesse cagionato ad Obama un sensibile calo Obama di popolaritá e persino in termini di intenzioni di voto tra stessi democrat..

E allora?

Anche a casa nostra, in questo fine 2012 monopolizzato dalle primarie, il tema é divenuto centrale, e la – per alcuni sottile- distanza tra “la civil partnership all’inglese” di Renzi (“nei primi 100 giorni”) e il “modello tedesco” di Bersani (“anche se Casini non vuole, intendiamoci”) sembrano essere divenute le sponde di un Rubicone da attraversare nell’amichevolissima guerra all’ultimo voto tra i due colleghi di partito, una volta uscito di scena il preferito dalla comunitá gay italiana, Nichi Vendola.

Se ci pensate sia Bersani che Renzi hanno preso non pochi rischi con questo endorsement: Bersani si addentra in un terreno minato, per l’appunto, nella relazione con il suo concupito (e “vitale”, nello schema della sua alleanza) partner di centro, Casini ; Renzi potrebbe inimicarsi parte di quell’elettorato cattolico che lo preferisce per la sua provenienza azionista nonché una parte dei delusi del centro-destra di estrazione liberal-borghese che potrebbe rappresentare il suo valore aggiunto alle elezioni politiche.

E quindi?

E qui entra il gioco il gay marketing: si potrebbe osservare che una posizione favorevole, chiara e decisa verso i diritti degli omosessuali, oltre ad attirare il voto della componente lgbt (5/10% della popolazione, quindi sicuramente un peso elettoralmente rilevante) , contribuisce ad accreditarsi simbolicamente presso le frange piú dinamiche dell’elettorato: quegli opinion leader che determinano a cascata i flussi, in questo caso elettorali, ma nell’ottica del marketing si potrebbero definire ” di consumo”.

Il target elettorale gay sembra quindi costituire elemento centrale di uno “strategic planning” che mira in primis a conquistare i voti della componente cui direttamente si rivolge, ma in senso piú trasversale permette di ammantare “il brand” del candidato con caratteristiche gradite a tutta una serie di altri pubblici, che in questo atteggiamento riconoscono valori ad essi congeniali.

In poche parole il gay marketing politico sembra vendere molto bene nel momento in cui le tematiche lgbt rivestono un significato simbolico, quando si é lontani dall’effettiva attuazione delle politiche promesse.

Mentre, tornando a quanto rileva Gallup, quando ci si avvicina a provvedimenti concreti sembrano rivestire ben altro gradimento in chi non é direttamente coinvolto.

20121129-221730.jpg

Lascia un commento

Il tuo feedback è importante per noi. La tua e-mail resterò privata.