COM.MA – Community Marketing | Turismo LGBT – La lettera aperta di Emanuele Farneti, direttore di Vogue, al ministro Franceschini

Turismo LGBT – La lettera aperta di Emanuele Farneti, direttore di Vogue, al ministro Franceschini

(Fonte:Vogue Italia, luglio 2017, n.803, pag.40) – Di Emanuele Farneti

Gentile Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, certi che l’argomento le stia a cuore, le segnaliamo alcuni dati appena pubblicati dall’agenzia dell’Onu World Tourism Organization.

Il turismo, in un mondo mobile e connesso, rappresenta il 10 per cento del prodotto interno lordo del pianeta. Un posto di lavoro su undici è legato al settore viaggi. Si tratta di occupazioni sempre più specifiche, di viaggi sempre più profilati: tour per senior, single, millennials, famiglie, sportivi, uomini under, donne over e viaggiatori Lgbt (lesbiche, gay, bisex, trans).

Per questo l’agenzia ha pubblicato il secondo “Global Record on Lgbt Tourism”: per dire che il turismo gay, se lo si sposa, può essere una opportunità imperdibile. Tanto da suggerire a tutti i paesi membri di nominare un “Lgbt marketing manager” incaricato di elaborare un’offerta adeguata. Signor ministro: è etico. Soprattutto: è utile. Pur­troppo, ecco il punto, l’Italia sta sprecan­do un’occasione. Le hanno detto infatti che il nostro paese, tramite i propri canali ufficiali, ignora gli oltre 35 milioni di potenziali ospiti gay? Provi e digiti Lgbt nei motori di ricerca del­l’Agenzia nazionale del turismo (Enit.it) e di Italia.it. Poi osservi i risultati: “zero voci trovate”.

È il simbolo della mancanza di una strategia dell’accoglienza, una lettera d’invito vuota e scortese inviata a un pubblico colto e abbiente che, nella scelta delle vacanze, fa pesare per il 25 per cento il fatto che una nazione pubblicizzi online un’offerta dedicata.

 

Facciamo ristrutturare i monumenti ai privati, rattoppiamo Pompei come si può, ma i turisti gay non li invitiamo. Né ci interessa intercettare una porzione dei circa 170 miliardi di euro che i viaggiatori arcobaleno spendono ogni an­no. Curioso, visto che Spagna e Inghilterra suonano loro una serenata senza fi­ne: tra Ibiza e Londra, l’incasso è 15 miliardi di euro. Mentre in Italia, con i suoi 51 siti Unesco, ne planano due e mezzo.

Un paradosso analizzato dalla Bocconi di Milano, che ha studiato la comunicazione turistica ufficiale dei 28 paesi Ue: più della metà prevede online sezioni Lgbt specifiche. Un altro 25 per cento riporta indicazioni dettagliate. Mentre 5 nazioni ammainano bandiera: Bulgaria, Cipro, Croazia, Romania e Italia.

Quanti sposini Lgbt andranno a Vienna e non a Venezia! Quanti nonni Lgbt porteranno i nipoti in Algarve e non in Toscana! Senta cosa scrive Taleb Rifai, segretario generale dell’Unwto: «Le destinazioni che favoriscono il turismo arco­baleno s’impongono al mondo co­me paladine universali dei diritti dell’uomo». Ministro, ci dia retta: trasformi l’Italia in una gay destination e lo faccia in fretta.

(1975, la provocazione di due attivisti per i diritti civili ritratti a Castro, San Francisco. L’immagine è tratta dal libro “LGBT: San Francisco. The Daniel Nicoletta photographs” (Reel Art Press) che racconta i 40 anni del movimento.)

 

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